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Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/259

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uomo simile potrebbe essere capace in una guerra. La sua fantasia lo paragonava a Napoleone, alto sui popoli e sui re, con quel profilo di aquila e quel pallore tragico, che nessuna emozione aveva mai potuto alterare. Ella timida e malaticcia, cresciuta come un fiore di serra ed ammirata sino allora come un fiore di salone, era colta alfine dal gran vento della steppa, ed abbandonandovisi colla dolcezza di una paura quasi confidente errava già sotto i cieli frigidi di serenità e sulle pianure scintillanti di neve, mentre le città dileguavano all’orizzonte come una macchia nerastra, e il sole riapparendo all’improvviso la avvolgeva nella pompa dei propri raggi.

Poco prima della mezzanotte accese una candela entro una piccola vaschetta di cristallo, si raccolse la veste in pugno, e discese coraggiosamente.

Per la scaletta di legno, che dall’ultimo gabinetto del suo appartamento comunicava col vestibolo presso le cucine, non incontrò alcuno; tutti i servi erano ritirati, ma incontrandoli avrebbe risposto al loro inchino ossequioso senza dire una parola e senza tremare. Dal vestibolo infilò tre grandi sale, una volta occupate dall’amministrazione, adesso vuote da parecchi anni, quasi senza mobili. Tatiana aveva detto più volte di volerne fare tre saloni da ballo, poichè finivano alla serra, ma nemmeno questa era gran cosa. Si componeva di un rettangolo a vetriate, pieno di