Pagina:Oriani - Vortice, Bari, Laterza, 1917.djvu/114

Da Wikisource.

— Che importa? — proruppe l’altro: — bisogna ben finirla una volta con questa vita.

— Eh! finirla... finirà certo. Quando si è giovani si parla male della vita, perchè non se ne capisce il pregio, e al più piccolo contrasto si pensa persino male di Dio.

— Perchè dunque permette egli tante infamie? Perchè vi è della povera gente, che deve morire in miseria dopo aver fatto ogni sforzo per non meritarla, mentre i farabutti riescono sempre in quello che vogliono?

— Lo sapremo dopo, figliuolo mio: finchè viviamo, bisogna rispettare la vita come un dono di Dio.

— Poteva tenerselo.

Ma siccome la voce gli aveva tremato, il vecchio si fermò a guardarlo in viso.

— Non vi è altro in questo mondo che la vita: che cosa volete vi sia di più importante?

— Come mai dunque certuni se la tolgono?

— Pazzie, suggerimenti del demonio! Tutti i dolori passano, è questione di pazienza: dopo, pensandoci, si resta sempre sorpresi di aver disperato. Vedete, io che sono vecchio, ho avuto anch’io le mie disgrazie, i dispiaceri... e poi, se si potesse ricominciare, ricomincerei.

— Lei non può avere sofferto veramente nella vita; bisogna esserci dentro per provarla e comprendere come alle volte non c’è altro modo di cavarsela che andandosene. A che cosa serve la pazienza, quando non c’è più alcuna speranza?

— Volete farmi parlare perchè sono prete, non è vero? Oggi tutti i giovani, che discorrono con noi, pretendono d’imbarazzarci; ma voi stesso in questo momento non potete essere al caso di giu-