Pagina:Oriani - Vortice, Bari, Laterza, 1917.djvu/30

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cosa era stato? Nè la sua volontà, nè la sua ragione lo avevano condotto a questa decisione, e tuttavia potè ripetersi distintamente:

— Sì, morire!

Come accade sempre nelle decisioni troppo importanti, che agiscono sull’anima al pari di un abbarbaglio, una pesantezza torbida lo aveva poco dopo prostrato.

Quella idea della morte non gli si era mostrata con alcun significato preciso; non ne aveva veduta la forma, nè sentito il dolore, quantunque fosse già il distacco da tutto quanto componeva la sua vita di trentadue anni, una vita senza valore per gli altri, ma intera ed alacre entro l’angustia della propria orbita.

Adesso, nell’impossibilità per lui di ripensarla attraverso i molteplici minimi ricordi, acquistava come un’improvvisa, sconfinata dilatazione, nella quale si perdeva anche quel dramma finale come una voce di disperazione per la solitudine di un grande prato squallido, quando la notte sta per involgerlo nella propria ombra. Non gli restava che la sensazione di un vuoto. Sempre così seduto stancamente sulla poltrona teneva gli occhi fisi sulla fiammella della candela, alla quale il suo alito imprimeva tratto tratto qualche lieve oscillazione.

Sul suo volto, generalmente rosso, un pallore livido alterava tutti i lineamenti; la fronte diventata greve in quella improvvisa opacità, che le troppo lunghe meditazioni sembrano lasciare su quelle dei pensa-