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dal Commissariato che assegna loro i posti e sorveglia all’ordine.

A sinistra della gettata si trova anzitutto il commissariato coi magazzini dei viveri e dei foraggi, l’ufficio postale, i magazzini per la marina, l’accampamento dei muli e buoi, le riserve dell’acqua, il cimitero.

Il condensatore che abbiamo visto dal mare fornisce ogni giorno 25,000 litri circa d’acqua potabile, i quali sono raccolti sulla spiaggia in grandi casse di lamina di ferro; accanto a queste casse è stabilito un abbeveratoio in legno della lunghezza di 50 metri circa, dove l’acqua viene introdotta per mezzo di pompe; un altro condensatore funziona poi all’estremità della gettata principale, e l’acqua da esso fornita è raccolta in botti a disposizione del Commissariato che se ne serve per la fabbricazione del pane e per altri speciali bisogni. Parecchie navi a vapore hanno pure a bordo un condensatore, e il totale giornaliero d’acqua potabile che si ottiene in tal modo è press’a poco di 190,000 litri1. Qua e là e particolarmente lungo il binario sono raccolte in mucchi le mercanzie di ogni sorta che ad ogni momento vengono sbarcate dal mare. Dappertutto, sulla spiaggia, regna la massima attività; duemila e più indiani, condotti al seguito dell’armata per i servizi del Commissariato, vanno e vengono trasportando le mercanzie ai diversi magazzini; numerosi carri trainati da buoi fanno il servizio di trasporto per i punti più lontani del campo; messaggeri a piedi e ufficiali a cavallo si incrociano in tutte le direzioni.

Alcuni indigeni, della tribù dei Sciohos, dal costume quasi adamitico, dal profilo caucasico, dai capelli lunghi ed inanellati e dalla pelle di un colore caffè scuro, stanno

  1. Secondo il Times of India il totale dell’acqua potabile somministrato da questi distillatori fu di 36,817,400 litri circa: e il costo fu di circa 30 centesimi di franco al litro.