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da corrientes alla frontiera 103


Il chañar è detto (gurliaea decorticans) scientificamente; il mistol, (zizyphus mistol).

Tutte queste frutte sono mangiate avidamente da molte bestie, e l’algarroba e il vinal costituiscono un ottimo ingrasso pei cavalli e per le vacche.

Un frutto che pur si trova silvestre, ma scarso, almeno per quanto ne ho visto io, è il susino: il sapore della frutta è devole, e tanto più grato per la mancanza di susini domestici, qua.

Durante il carnevale dell’aloja accadono frequenti risse, pugne e morti e non solo tra gli Indiani, ma anche tra i Cristiani del Ciacco.

Ora due parole sul giuccian, che è anche detto palo borracho (palo briaco); è una bambagea, che scientificamente è chiamato (chorisia insignis): potrebbe chiamarsi l’albero del cotone; ha una forma strana, che giustifica il nome volgare. Ha il tronco della forma di un coppo da olio, cioè, stretto al piede, largo a mezzo, e stretto un’altra volta alla biforcazione della chioma. Il tronco raggiunge il diametro anche di 2 m.; è bernoccoluto, ed è alto da 4 a 5 metri quando molto, ed è frequentissimo vederlo appaiato con un altro fin dalla base, e la chioma principiare con sole due rame, che poi si suddividono e formano un ampio cappello di 8, 10 e più metri di diametro; con le foglie come il nostro noce, ma un poco più piccole, e di bell’ombra.

Della scorza del tronco si fanno striscie che servono per legare; si usa pei tetti, per involgere e stringere i rocchi di tabacco e per qualunque altro lavoro analogo. Del tronco gli Indiani fanno i loro canotti tutti d’un pezzo: perciò non fanno che vuotarlo con uno strumento qualunque, essendo floscio il legno finchè fresco, e divenendo duro più del sughero, ma spugnoso come questo, quando è secco. Il canotto i Mattacchi lo chiamano anatra, in loro lingua, cioè cuó-chiác.