Pagina:Otto mesi nel Gran Ciacco. Viaggio lungo il fiume Vermiglio di Giovanni Pelleschi.pdf/108

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102 parte prima

contenti, perchè usavo la loro lingua e avevo promesso tabacco, gridavano: Amecná… amecná… tapil… ccaelitt (addio, addio, torna presto). Tornai dopo due o tre ore con le tasche piene zeppe di tabacco trinciato, e li trovai ancora tutti li bevendo, e appena mi videro mi rammentarono la promessa, che io credevo avrebbero dimenticata in mezzo ai fumi della bibita. Glielo distribuii, e finitolo, essi persisterono a chiedermene, e allora rovesciai le tasche gridando: Namhuén, namhuén (non ne ho più) quelli soddisfatti della eloquenza della dimostrazione conclusero con un hée, hée, che vuol dire bene, bene. Ma non mi rinvitarono a bere.

Gli Indiani sono dimolto pigoloni e avari del proprio coi Cristiani; si capisce, son poveri in canna!

Mi viene in mente una cosa che vi vo’ dire, benchè fuor di luogo, se no me ne scordo. I ragazzi fino a 8 o 10 anni hanno un buzzo sproporzionato fino a doverselo stringere con una legatura all’altezza del bellico. Poi lo perdono e diventano uomini sveltissimi di pancia.

Credo opportuno di dire, che l’algarrobo forma parte della famiglia del nostro carubo (ceratonia siliqua) e i botanici lo appellano scientificamente prósopis algarrobo. È immensa l’importanza che ha nell’economia domestica dei selvaggi e degli abitanti del campo. Merita perciò attenzione. La sua chioma raggiunge dieci o più metri di diametro, ma non è densissima, sia per il numero delle foglie, sia, e più, per la forma loro tanto frastagliata: nondimeno è assai ombreggiante. La scorza è rugosissima, arieggia quella della vite.

Il vinal (prósopis ruscifolia) è un albero basso assai, ma bastante ampio di chioma; si distingue per spine lunghe 10 a 15 centimetri, grosse alla base anche più d’un centimetro, e di una puntura pericolosissima: le foglie, della grandezza di quelle d’una acacia, ma più acute e un poco ruvide, si dicono un rimedio molto efficace per la vista.