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ufficiale, scolastica e dell’uso, vive tuttavia nel popolo, delle regioni dell’Italia Centrale in ispecie. (V. Genio). Sostituisce il troppo abusato simpatico. Geniale, vale anche, neol., che ha qualità affini al genio: grado inferiore al genio.

Genio: lat. genius = propriamente secondo etimologia produttore della vita; quindi nume benefico, secondo gli antichi, che operava nella generazione e nella nascita dell’uomo e lo accompagnava come Angelo tutelare, per tutta l’esistenza. Onde buon genio, cattivo genio, come ad es., il fantasma che apparve a Bruto prima della battaglia di Filippi e disse: «Sono, o Bruto, il tuo mal genio e mi rivedrai appresso Filippi»; onde la bella voce nostra geniale = festivo, lieto, piacente, etc. Genio nel senso di alto ingegno, creatore, operatore, inspiratore, è gallicismo indispensabile oramai e infiltratosi nella lingua sino dal secolo XVII, onde noi traemmo l’aggettivo geniale, detto di opera che ritiene del genio, e genialità le forze e le attitudini del genio. La scuola antropologica italiana con a capo il Lombroso ed i suoi seguaci, Sergi, Patrizi, Cognetti, De Martiis ecc., rinnovando e ampliando le dottrine di Moreau de Tours (La Psychologie morbide dans ses rapports avec la Psychologie et l’Histoire) considera il genio come psicosi, crede cioè che il genio sia una varietà epilettiforme di umana degenerazione e si fonda su di alcuni caratteri (stigmate) degli uomini geniali. Le più nobili creature, come S. Francesco, il Leopardi, l’Alfieri, il Manzoni, il Tasso, il Donizetti, etc., servirono come vile materia subiecta a questi studi, molte volte svisando o tacendo i fatti per libidine di dimostrazione, quantunque, finora i genii più poderosi come Galileo, Leonardo, Colombo, Darwin, Michelangelo, Tiziano, Goethe e Machiavelli, per citarne alcuni, risultarono integri e saldi, anzi immuni d’ogni stigmata degenerativa. Vedi nobili parole del D’Ancona in Ricordi ed Affetti (Treves, 1902) contro le esagerazioni malevoli del Patrizi sul Leopardi. Il Max Nordau, avidissimo di originalità, applicò questa teoria lombrosiana come metodo di critica letteraria in Degenerazione, e quando colpì gli esteti pieni di vento e vestito da genio, non è a dire che non abbia colpito giusto e bene. Contro le esagerate deduzioni della scuola del Lombroso insorsero fra noi il Morselli, il Venturi, il Bovio, etc., sostenendo essere il genio fenomeno fisiologico e non patologico, o, come scrive il sig. A. Padovan che molto intese a tali studi, uno stato fisiologico di squisita eccezionale sensibilità nervosa; ma più insorse la storia, la verità e la realtà. Con tutto questo la parte vera e positiva degli studi e delle ricerche del maestro, Lombroso, è destinata a rimanere e costituisce una gloria della scienza italiana. | Genio civile è versione accettata oramai dal francese genie civil = l’art de construire les ponts, les routes, e così dicasi di genio militare, e degli altri geni consimili. Ma avverti che questo secondo genio è diverso dal primo; e secondo una acuta distinzione, sarebbe diverso anche per etimologia, giacchè tale genie francese proverrebbe da parola uguale al nostro ingegno, lat. ingenium, (da in e gigno) = natura, proprietà innata; e più precisamente genie, nell’antico francese engieng, engien (italiano ingegno, ingenium) = spirito inventivo, poi astuzia, istrumento di guerra o di caccia. E tale senso ebbe pure per il passato la parola ingegno = a congegno, macchina, istrumento ingegnoso. Genio vale anche carattere, indole di un popolo.

Genio civile, genio militare: V. Genio.

Genio incompreso: V. Incompreso.

Gens de lettres o al singolare homme de lettres dicono i francesi per indicare coloro i quali fanno professione o mestiere di lettere e possono anche non essere nè letterati, nè poeti, nè grandi scrittori, nè eruditi. In italiano letterato include un certo senso di austerità e di dottrina. Gente di lettere o uomini di lettere presso di noi non usa dire; ma il giornale, traducendo senza coltura o ponderazione dal francese, spesso è veicolo di parole e locuzioni barbariche, che, cosa notevole! subito fanno presa nel publico.

Gentile: questo bel aggettivo usato nell’antico senso di nobile, detto di piante di buon seme e di frutta che richiedono