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Pio — 372 — Pir

le vergini terre d’America, vuol dire più nobile cosa, cioè colui che audacemente avanza, aprendo la via delle idee. Pioniere della civiltà! frase fatta, locuzione abusata! In buon italiano araldo, antesignano.

Piovere sul bagnato: bella locuzione nostra popolare, e dicesi quando a disgrazia si aggiunge disgrazia; male cade su male, e minore diviene la resistenza del sopportare e consolarsi.

Piovorno: antica parola rinnovata dal Carducci in Miramar, (Odi Barbare) e vi nota: «mi tengo di aver rinnovato un bel aggettivo dantesco del verso 91 del XXV Purg., se non che io in vece di piorno vorrei poter leggere e senza esitazione scrivo piovorno che è la forma integra, come parmi d’aver sentito dire alcuna volta in contado non so più se di Toscana o di Romagna. Aer piovorno vale pieno di nuvoli acquosi, altro, insomma, da piovoso».

Piovra: dal fr. pieuvre, etim. a polipo. Animali molluschi cefalopodi che vivono nel mare e raggiungono talora proporzioni enormi: forniti di grandi tentacoli con ventose, con questi istrumenti si procacciano il cibo. Dicesi piovra per estensione figurata per significare persona o istituto che strugge e assorbe inesorabilmente altrui. Vittore Hugo estese a tale senso la parola pieuvre. In senso più mite e tenue noi diremmo sanguisuga, mignatta, se non che queste due voci hanno piuttosto inclusa l’idea della seccatura che del vero e grande danno. V. Succhione. Ancora: pieuvre = femme galante qui vide la bourse e la cervelle de ses adorateurs. Così nel gergo francese e così pure piovra talora presso di noi.

Pipa: genere di anfibi anuri del Brasile e della Guaiana, simili a grossissimi rospi.

Pipare o far la pipa: nel dialetto marchigiano e romanesco vale boccheggiare, e si dice degli animali in fin di vita: locuzione volgare dedotta manifestamente dalla simiglianza che il muovere delle labbra di chi muore ha con l’atto di chi tira il fumo della pipa.

Pipelet: voce del gergo parigino, in vece di portier, concierge. Deriva dal nome di un goffo portinaio ne’ «I Misteri di Parigi» di E. Sue. Ha senso ingiurioso, almeno così dicono i dizionari del gergo (d’Argot). Da noi si usa talvolta per celia in vece di portinaio. V. Concierge e Suisse.

Pipi: V. Appendice. (Nel Giambo A proposito del processo Fadda il Carducci in vece del verso che si legge:

qualcosellina al sole

Piqué: dal verbo fr. piquer = punteggiare o picchiettare, è nome di una nota stoffa, di cotone, formata di due tessuti: il superiore tramato a rombi o quadratini con filo fine, e forma il dritto, l’altro con filo grosso, e forma come l’imbottitura. Adoperasi per sottogonne d’inverno, bavaglini, sottovesti etc. Da noi scrivesi anche piquet che in francese ha diverso senso: ma la libertà nostra di scrivere le parole come più talenta, è assai grande.

Pique-nique: «merenda, colazione o sollazzo» in cui ognuno paga la sua parte o porta qualcosa da mangiare. Vocabolo di introduzione recente nella lingua francese. Il dizionario dell’Accademia non lo registra che nell’edizione del 1740. Scrivesi anche pic nic. In inglese è pick-nick. Il motto pare di origine inglese, almena stando alle più probabili etimologie, per le quali cfr. lo Scheler. In italiano si dice fare alla romana, quando ognuno paga il suo, in toscana dicono a testa e borsa Vero è che pique-nique indica anche pranzo, refezione, il che non è delle locuzioni nostre, e come tutte le voci francesi o inglesi, include idea di mondanità o di eleganza. Pique-nique udii dire in vece di pick frean, errore dovuto alla somiglianza dei due suoni.

Piquet: giuoco francese assai complicato: si fa con 32 carte, cioè scartando i 2 e i 4. Si va a 100 o a 150 punti, perciò in molti luoghi è detto Cento o Centocinquanta.

Piramidale: detto per grandissimo e per lo più in senso faceto, ricorda la voce di gergo fr. pyramidal = énorme., colossal. V. Colossale.

Pirchio e pircio: avaro, tirchio. Voce