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Pos — 381 — Pot

chiesta: tale locuzione sarà calcata sul port’arme, francese: vero è che di cotesto porto per portatura, il portare, che spiace al Fanfani, non manca di ottimi esempi classici.

Posa e posare: per aria, darsi aria, dell’aria sono voci riprese dai puristi come gallicismi (poser figuratamente vale se tenir dans une attitude trop étudiée): Posare una questione, per proporla è puro schietto modo francese.

Poseur: propr. colui che mette in posa ed è parola francese per indicare persona affettata nel parlare e nel comportarsi.

Positivismo: nome con nuovo senso dato da Augusto Comte (1798-1856) alla propria filosofia, la quale si fonda sul metodo e sul risultato delle scienze positive e sperimentali, matematica, astronomia, fisica, chimica, biologia, sociologia, non tenendo conto delle speculazioni metafisiche. Più largamente dicesi di ogni filosofia la quale non ammette alcun principio se non rigorosamente dimostrato e fondato sui fatti. Nel senso popolare positivismo e positivista si dice di persona che cura anzi tutto l’affare, e in ogni calcolo e ogni operazione ha per obbietto il lucro, nè si lascia indurre da idealità o sentimenti. Uomo positivo per sodo, assennato, prudente, che sta al reale ed al fatto, spiace ai puristi, ma è una logica estensione del senso filosofico, e d’altronde la parola è nostra ed antica: positivo, da porre =. certo, reale, sicuro.

Posizione: nel linguaggio commerciale vale inserto, pratica, fascicolo, incartamento riguardante un affare od una persona. V. Incartamento e Dossier. Voce ripresa dai puristi.

Possibilista: nel linguaggio politico suona come opposto ad utopista, e si dice di chi si preoccupa sopratutto della possibilità di mettere in atto certe riforme.

Postaio: voce vernacola milanese (postèe): rivendugliolo di coso mangerecce.

Posteggiatore: suonatore ambulante di mandolini, chitarre, tromboni, etc. Così noi dialetto di Napoli, ove di cotesta gente è copia più che grande e ove il genio del canto e del suono è connaturato nel popolo, tanto che esso valso più di ogni altra gente italiana a persuadere agli stranieri che italiano e cantarino siano la cosa istessa.

Postergare: posporre, mettere dopo (dal lat. post e tergum) nel linguaggio notarile e degli uffici. Es. postergare un’ipoteca.

Post factum lauda: lat. aspetta a lodare, cioè: loda una cosa dopo averne visti gli effetti.

Post factum nullum consilium: lat., «cosa fatta capo ha», cioè «compiuta una cosa, è inutile tornarvi su: ciò che è, è».

Post fata resurgam: lat., «risorgerò dopo i fati». Uno dei molti motti della Fenice.

Post hoc, ergo propter hoc: lat. dopo ciò, dunque a cagione di ciò, noto sofisma, ripetuto spesso dagli antichi scolastici per designare l’errore di coloro che considerano come causa un fatto che non ha nessun rapporto causale, ma soltanto di precedenza di tempo. Qualche volta però si dice sul serio e non sempre il sofisma è ragionamento fallace.

Post núbila Phoebus: lat., dopo le nubi (la pioggia), il sole. Dicesi figuratamente.

Post prandium stabis, post coenam ambulabis: aforismo della scuola medica Salernitana: dopo il pranzo riposerai, dopo la cena passeggerai.

Posto di blocco: V. Blocco e Sistema di blocco.

Post prandium: lat., dopo il pranzo, il tempo lieto che sussegue a lauto banchetto.

Pot-au-feu: fr., nome di vivanda: lesso con verdura e legumi.

Potage: il potage de’ francesi, come dice il nomo stesso (da potare, lat. bere), non risponde se non in parte alla nostra minestra. Certo pei francesi il potage è la base del pranzo come da noi la minestra e senza di essa non sembrerebbe di pranzare. La differenza sta in ciò che per noi la minestra è abbondante, densa di riso o di pasta con uova e di legumi: può diventare anche minestrone, e per molte famiglie il desinare è tutta minestra. Nella cucina francese è un brodo