Pagina:Parabosco, Girolamo – Novellieri minori del Cinquecento, 1912 – BEIC 1887777.djvu/440

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poiché vide il fanciullo tutto dal capo in giuso a simiglianza d’uomo, il volto, la bocca, le orecchie e tutto il rimanente del capo essere simigliarne ad un cane, da si grave dolore fu preso e cosi tribolato rimase, che ne volle per maninconia morire, e di poco si rimase che alla moglie e al figliuolo non avesse ad un tratto la vita tolta, se tutti questi rispetti non lo avessero da cotale proponimento rimosso. Il primo, che temeva lo sdegno del re, poich’esso altro erede non avea; e, se morto il fanciullo fusse, avrebbe di tutto il regno perduta la signoria. L’ultimo rispetto fu per cagione d’un certo uomo vecchio e molto a que’ tempi saggio tenuto, che allora in casa sua dimorava: il quale, facendo professione d’essere indovino, disse a Mandulco che, quando giace carnalmente la donna con l’uomo, se a lei cadesse alcuna cosa in desiderio della quale non lo potesse adempire, era necessario che nel prodotto parto qualche simiglianza rimanesse della cosa desiderata nella concezione sua dalla madre; e che queste erano quelle nominate «voglie», che tuttodí ne’corpi in diverse forme veggianio; onde di ciò alla donna sua ne addimandasse se avea giamai doppo il suo maritare qualche bel cane veduto e desideratolo. Di che rimaso il marito dubbioso alquanto, ciò dimandò a lei. Essa, che astutissima era e bramosa, in ogni maniera che potesse, di ricoprire il fatto, parendole che la malvagia fortuna, la quale si lungamente le era stata turbata, col viso lieto le si facesse incontro, avendo della sua scusa molto opportuna occasione, disse che ben le soveniva di avere pochi giorni doppo le celebrate nozze veduto un cagnuolo in braccio ad una povera femina, tanto vago e bello quanto mai dalia natura far si potesse, il quale sommamente piacendole, a colei lo fece addimandare se darlo per danari volesse: alla quale richiesta ricusando la femina, che caro di tenerlo mostrava, e poscia di quelle contrade partita, da indi innanzi non averla mai piú potuta ritrovare; e che di questo cane in tanto disio crebbe, che per molti giorni uscire della fantasia non le poteva. Della qual menzogna si fattamente restò sodisfatto Mandulco, ch’.dle parole della moglie dando intera fede, ne rimase contento: tanto agevol cosa è il prestar credenza a quello che noi stessi vogliamo. Onde ii fanciullo fece con diligenza nodrire, e Attila fu poi nominato; il quale, allevato e cresciuto, fu colui che si chiamò «flagello di Dio», e che, fatto degli unni signore, col furore de’ barbari venne a guastar la Italia, che prese Aquileia, rovinò Concordia e tutta la marca trivigiana distrusse, e che fu