Pagina:Pavese - Dialoghi con Leucò.djvu/105

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(Parlano Litierse e Eracle).

litierse   Ecco il campo, straniero. Anche noi siamo ospitali come voialtri a casa vostra. Di qua non ti è possibile scampare, e come hai mangiato e bevuto con noi, la nostra terra si berrà il tuo sangue. Quest’altr’anno il Meandro vedrà un grano fitto e spesso piú di questo.

eracle   Molti ne avete uccisi in passato sul campo?

litierse   Abbastanza. Ma nessuno che avesse la tua forza o bastasse da solo. E sei rosso di pelo, hai le pupille come fiori — darai vigore a questa terra.

eracle   Chi vi ha insegnato quest’usanza?

litierse   Si è sempre fatto. Se non nutri la terra, come puoi chiederle che nutra te?

eracle   Già quest’anno il tuo grano mi sembra in rigoglio. Giunge alla spalla di chi miete. Chi avevate scannato?

litierse   Non ci venne nessun forestiero. Uccidemmo un vecchio servo e un caprone. Fu un sangue molle che la terra sentí appena. Vedi la spiga, com’è vana. Il corpo che noi laceriamo deve prima sudare, schiumare nel sole. Per questo ti faremo mietere, portare i covoni, grondare fatica, e soltanto alla fine, quando il tuo sangue ferverà vivo e schietto, sarà il momento di aprirti la gola. Tu sei giovane e forte.

eracle   I vostri dèi che cosa dicono?