Pagina:Pavese - Dialoghi con Leucò.djvu/106

Da Wikisource.
102 dialoghi con leucò


litierse   Non c’è dèi sopra il campo. C’è soltanto la terra, la Madre, la Grotta, che attende sempre e si riscuote soltanto sotto il fiotto di sangue. Questa sera, straniero, sarai tu stesso nella grotta.

eracle   Voialtri Frigi non scendete nella grotta?

litierse   Noi ne usciamo nascendo, e non c’è fretta di tornarci.

eracle   Ho capito. E cosí l’escremento del sangue è necessario ai vostri dèi.

litierse   Non dèi ma la terra, straniero. Voi non vivete su una terra?

eracle   I nostri dèi non sono in terra, ma reggono il mare e la terra, la selva e la nuvola, come il pastore tiene il gregge e il padrone comanda ai suoi servi. Se ne stanno appartati, sul monte, come i pensieri dentro gli occhi di chi parla o come le nuvole in cielo. Non hanno bisogno di sangue.

litierse   Non ti capisco, ospite straniero. La nuvola la rupe la grotta hanno per noi lo stesso nome e non si appartano. Il sangue che la Madre ci ha dato glielo rendiamo in sudore, in escremento, in morte. È proprio vero che tu vieni di lontano. Quei vostri dèi non sono nulla.

eracle   Sono una stirpe d’immortali. Hanno vinto la selva, la terra e i suoi mostri. Hanno cacciato nella grotta tutti quelli come te che spargevano il sangue per nutrire la terra.

litierse   Oh vedi, i tuoi dèi sanno quel che si fanno. Anche loro han dovuto saziare la terra. E del resto tu sei troppo robusto per essere nato da una terra non sazia.

eracle   Su dunque, Litierse, si miete?

litierse   Ospite, sei strano. Mai nessuno sinora ha detto questo davanti al campo. Non la temi la morte sul covo-