Pagina:Pellegrino Rossi e la rivoluzione romana I.pdf/365

Da Wikisource.

capitolo settimo 357

Pietro, romano, ho 40 anni, possidente e negoziante di campagna, scapolo. La scorsa domenica 20 corrente, con modi indegni per la mia condizione, fui arrestato in piazza Navona; dico che gli sbirri usarono modi indegni, perchè io ero pronto a seguirli e mi attrapparono come un ladro. Non fui mai inquisito, carcerato o condannato, nè la mia coscienza mi permette di immaginare il motivo dell’attuale mio arresto. Con Bartolomeo Ruspoli, Pietro De Angelis e Giovanni Costa fui deputato dai reduci della campagna del Veneto a ottenere la formazione di un battaglione civico separato composto di reduci, cosa che il ministro Galletti concesse il 22 del mese di novembre 1848, udito il parere di Sua Santità. Il suffragio dei militi mi scelse a Tenente colonnello di quel battaglione ed il giorno 10 dicembre dal Generale della guardia civica ne ebbi la nomina. Durante la campagna del Veneto fui Tenente di compagnia. I reduci, al ritorno, si divisero; alcuni si ritrassero e fra questi io che tornai Tenente di compagnia al III battaglione civico del rione Colonna; altri formarono una legione agli ordini del Colonnello Bartolomeo Galletti, e furono circa la metà degli antichi legionarii. So che ai detti legionarii del battaglione Galletti era concesso, fino dal loro ritorno e fino alla formazione del battaglione di cui io fui Tenente colonnello, di indossare la divisa militare estiva; e so che due volte la indossarono in gran numero, in occasione dei funerali di due militi morti in agosto e in settembre. So che spesso la indossavano persone che non avevano militato nel Veneto. Nego di aver ordinato qualche volta di indossarla. Mi trovai alla Cancelleria il giorno in cui fu ucciso il Conte Rossi. Non ricordo se in quel giorno indossassi la divisa della legione. Salii per entrare nella sala del Consiglio dei deputati e non avendo trovato posto nelle tribune, ridiscesi e mi trattenni parecchio vicino all’imboccatura della sala. Intesi fischi e grida, discesi le scale e incontrai il Rossi che saliva: a un tratto lo vidi cadere, onde, volgendomi a Giovanni Costa, che mi era a fianco, esclamai: Perdio, lo hanno fatto! Al che l’altro soggiunse che l’assassinio è sempre un atto indegno. Non vidi chi ferì il Rossi; non potrei indicare alcuno dei molti che lo circondavano; vidi svolazzare un cappotto, o manto scuro attorno al Rossi. Io sbalordito me ne partii con Giovanni Costa: nessuno di noi due,