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358 pellegrino rossi e la rivoluzione romana

stante il turbamento, capì come, nè da qual porta uscimmo. Ci dividemmo; io andai al Falcone per pranzare, ma era tanta l’alterazione sofferta per l’ammazzamento del Rossi che non potei prender quasi nulla. Nego di essermi trattenuto in quella mattiva sulla piazza e di aver parlato con legionarii.

«Ammonito a dir meglio la verità, risponde: la verità l’ho detta»1.

La dignità e la fermezza dimostrata dall’infelice Grandoni nel suo primo costituto, egli la mantenne sempre sino all’ultimo: ma spesso, come in quel primo esame, negò troppe cose che, per loro stesse innocue, acquistavano un tal qual carattere di gravità perchè così ostinatamente negate.

Il giorno di venerdì 1° febbraio l’avvocato Cecchini sottomise al primo suo costituto Felice Neri.

«Un uomo dell’apparente età di 20 anni, statura alta, piuttosto smilzo, carnagione bianca naturale, capelli biondi-scuri, fronte alta, occhi turchini, naso aquilino, bocca regolare, mento ovale lungo, alquanto vaiolato in viso. Felice Neri, del vivente Domenico, circa 21 anno, romano, negoziante incisore di camei. Non ebbe mai da fare coi tribunali: per ragione di commercio divisò andare ad Atene, ottenne il passaporto, andò fino ad Ancona con Sante Costantini, non sa di dove, e che si disse scultore. Andammo a far vidimare i passaporti e ci fu intimato l’arresto. Militò nella legione romana; dopo la campagna del Veneto tornò a Roma. Passò a far parte della legione dei reduci di Vicenza sotto Grandoni fino all’antivigilia di Natale: passò allora nella legione Garibaldi, che stanziava a Fuligno, ove la raggiunse. La divisa estiva dei legionari era indossata frequentemente; chi la indossava spontaneamente, chi per ordine del comandante Grandoni. E il 15 novembre fu la prima circostanza straordinaria in cui il Grandoni ordinò, con affisso, nel quartiere di S. Claudio, ai reduci di indossare la panuntella, senza indicare la ragione di quell’ordine e per quale servigio si dovesse indossare la divisa. Andò a vestirsi e tornò nel momento che la vettura del Rossi imboccava sulla porta del palazzo della Cancelleria, corse per vedere quell’uomo che non conosceva, ma la folla

  1. Processo, primo costituto Grandoni, foglio 523 a 535.