Pagina:Petruccelli - I moribondi.djvu/84

Da Wikisource.

— 80 —

quegli dando, a questa prendendo e dando. Bastogi è guizzato fra tutti i partiti, impaziente di rappresentare una parte politica nella commedia sociale. E’ cominciò da affari poco felici, ed è oggi cinque o sei volte milionario. Ma egli ha fatto la sua fortuna nobilmente, dando all'exploitation delle mine dell’isola d’Elba una estensione, alla quale il Governo toscano non seppe risolversi mai. Il Bastogi è divenuto inoltre, poco a poco, il principal azionario delle ferrovie della Toscana. Lo si dice abilissimo nelle operazioni di Banca e nel maneggio degl’imprestiti — restando sempre un perfetto galantuomo! L’imprestito del 1860 fecegli dono di una corona di conte — e, vuolsi, di uno scapito di parecchie centinaia di mille lire! Bastogi parla bene, con slancio, con spirito, e talvolta anche con lirismo. È versato nelle teorie economiche e nelle lettere italiane. Vien poco alla Camera. Ascolta come un angelo. Presenta bilancio su bilancio con ispaventevoli deficit, sotto ai quali soccomberà — se soccomberà — avendo avuto l’abilità di cader ritto su i piedi anche dopo la deplorevole riescita dell’ultimo prestito. Bastogi ha una stella propizia. Un fiasco gli dà un blasone. Dopo, la sua fisonomia si è meglio disegnata.

Come finanziero, egli ha presentato al Parlamento un plesso di leggi nelle quali, malgrado l’inesorabile voracità del fisco, traspira che colui il quale le ha proposte s’inspira a principii economici, elevati e liberi. Bastogi ha una concezione sintetica ch’egli sviluppa per gradi, e di cui si apprezzerà l’insieme quando coronerà l’edificio