Pagina:Petruccelli - I moribondi.djvu/86

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predecessore gli aveva legato il caos piemontese; egli lega il caos italiano: ma egli lo lega di una maniera vitale ed organizzabile. Lo si giudicherà meglio sul budget unico dell’Italia, che prepara — e che avrà forse il tempo di presentare.

Il più grazioso fra i ministri è il signor Cassinis, ministro di grazia e giustizia. Quest’uomo amabile, avvocato distinto, parlatore fluente, ha sempre il sorriso sulle labbra. Egli è il solo ministro che non s’impazienti mai delle interpellazioni e delle interruzioni. Egli sorride sempre, e non manca mai di risorse e di cortesia. Brofferio e Mellana gli fanno passare dei tristi quarti d’ora: nondimeno egli non perde giammai il suo buon umore, la sua facilità di rispondere ed il suo sangue freddo — ciò che avviene talvolta a Cavour. Il signor Cassinis non si è neppure piccato che lo abbiano fiancheggiato di un a latere, senza pretesto.

Vi è in effetto un guarda-sigilli in partibus — non si sa perchè — il senatore napoletano Niutta.

Questo pover’uomo rimuove le mie viscere di pietà. È muto come un pesce. A Napoli, nel 1849, segnò la petizione per l’abolizione della Costituzione. Servì Ferdinando e Francesco II — credo anche Francesco I, Ora è co-ministro. Egli arriva alla Camera tutto ritto, raso come la mano, ammiccando, vestito completamente di nero. Lo si vede ogni giorno — esatto come la campana del refettorio dei frati, arrivare ad un’ora e mezzo, assidersi all’estremità della tavola ministeriale, stecchito sulla colonna vertebrale, le mani