Pagina:Petruccelli - La rivoluzione di Napoli nel 1848, Genova, Moretti, 1850.djvu/119

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Montessuy, aggiunto all’ambasciata di Francia: un aiutante di campo del re era andato a raffermare il mercato, ed a denunziare il dì della catastrofe. Egli quindi mirando col cannocchiale assistè freddamente all’orribile spettacolo, sclamando: c’est ainsi que les choses se passent dans toutes les révolutions! Robespierre était un monstre qui sera voué a l’exécration de la posterité, quoique des hommes d’aujourd’hui (Lamartine) aient osé tenter de le réhabiliter. E quando intese le dimande che gli venivano dall’assemblea, per tutta risposta asserì non poter vendere delle munizioni poichè ciò valeva una dichiarazione di guerra contro del re: non potersi rendere mediatore, anche a nome dell’umanità, non avendo ricevute istruzioni dal suo governo: solo poter offerire ospitalità sulle navi a coloro che volessero cercarvi rifugio. Queste dichiarazioni non han bisogno di comento. Baudin era legittimista: aveva subìta la repubblica, anzi l’aveva trovata un delitto: non conosceva diritti di popolo: ogni rivoluzione era una ribellione. Ben altrimenti comportossi il ministro di Francia, e se nulla potette ottenere non fu certo colpa di lui. Il signor Levraud era vero repubblicano, ed aveva addimostrato mai sempre colle più vive simpatie caldeggiare la causa di Italia. Nel cominciar dell’attacco egli si recò immediatamente dall’ammiraglio, e dimandò che senza por tempo in mezzo un corpo di soldati francesi fosse spedito a terra per difendere le sostanze e la vita dei proprii concittadini; e che entrambi personalmente si recassero a corte per significare al re di far cessare l’eccidio. Baudin si negò allo sbarco dell’equipaggio, sapendo bene che questa manifestazione in favore bastava perchè