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Che poteva più raffrenarlo? Era quella la campagna vera di un tanto eroe.

51. Le cose intanto camminavano a maraviglia per la reazione, ed un trionfo ne procreava un altro. La Russia aveva gittato il suo cartello di sfida alla libertà e si era rinchiusa in sè come in una cittadella. Lasciava parlare dei suoi milioni e dei suoi cosacchi, li faceva vedere sempre in lontananza sospesi sul capo ai liberali, come un trave di fuoco minaccevole, come una cometa divoratrice, ma non ardiva sciogliere loro la musoliera. Era paura? era pudore? chi lo sa? forse l’una cosa e l’altra. Ma come vide che la Francia la prima aveva infrante le leggi della non intervenzione ed era andata a distrugger Roma; come vide che l’Inghilterra taceva spensierata o guardava altrove; come le proporzioni prese dalla guerra di Ungheria minacciavano comprimere altresì i suoi Stati, e già la Polonia sordamente in fremito preparava il controcolpo; come sentì essere arrivata l’ora del suo eterno desiderio, della politica tanto favorita a Caterina II, di subordinarsi l’Austria per chiudersi le porte di Occidente ed agir libera in Oriente; come sentì che poteva far provare ancora una volta tutto il peso del suo braccio all’Europa; ruppe gl’indugi e passò in Ungheria. Voleva Niccolò conquistare l’Ungheria per l’Austria? io ne dubito assai: la politica russa è quella appunto di affievolirla. — L’Europa finisce all’Oder ed alle Alpi Giulie, come dice Charrier. Al di là comincia un’Europa semi-asiatica, dove la razza slava si accampa e gravita sull’occidente di una forza fatale, che forse ha con sè un avvenire sociale. Svezia, Polonia, Boemia, Ungheria, Servia, Dalmazia, Illiria, Grecia,