Pagina:Petruccelli Della Gattina - Il Re prega, Milano, Treves, 1874.djvu/20

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riti, possessore di un demone famigliare, nasconditore di briganti, corruttore.... Don Diego subiva la calunnia come egli soffriva la miseria — con impazienza ma senza lamentarsi agl’impotenti, puntando il giorno, l’ora, l’occasione di uscirne, di spogliarsi del suo sordido inviluppo di larva e divenire essere alato. In che modo? quando? Giammai forse! e’ si diceva. Ma egli concentrava tutte le forze ardenti della sua anima su questo punto, viveva di quest’ora di sogni.

— Vuoi delle ova? dimandò Bambina, passando a costa di suo fratello nel giardino e ribassando la sopragonna cui aveva riboccata sul capo.

— No, rispose Don Diego, continuando a passeggiare.

Bambina entrò nella sala, accese un candeliere con una miccia intinta nel zolfo, — come usavasi allora, — e cominciò a mondare l’insalata.

Ella pensava a qualcuno, che allora abitava Napoli, e borbottava il suo rosario, querelandosi nel tempo stesso col gatto, col cane e col porco. Quand’ella si ebbe accomodato in un piatto la scarola e la rughetta, guardò se la pignatta bolliva. E come l’acqua cantarellava di già, prese un pizzico di sale nel mortaio, una cucchiaiata di lardo triturato sul tagliere, e gittò il tutto nell’acqua bollente con qualche foglia di prezzemolo. Poi andò a prendere un piatto di farina di granturco e cominciò a versarla a guisa di neve, a piccoli pugni, nella pentola, agitando la mischianza col matterello. Quando pensò di aver messo abbastanza farina e di averla abbastanza rimescolata per fran-