Pagina:Pirandello - Uno nessuno e centomila, Milano, Mondadori, 1936.djvu/157

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Il guajo era che ancora da vivo stavo a vederlo io, questo giuoco, tra gli altri ancora vivi: benchè non lo potessi penetrare. E quest’impossibilità di penetrarlo, pur sapendo ch’era lì negli occhi di tutti, esasperava fino alla ferocia quella mia smania gaja.

Il calcio poc’anzi sparato alla povera bestiolina perchè mi guardava, Dio me lo perdoni, mi veniva di spararlo a tutti quanti.


§ 6. Moltiplicazione e sottrazione.


Rientrando in casa, vi trovai Quantorzo in seria confabulazione con mia moglie Dida.

Com’erano a posto, sicuri, seduti tutt’e due nel salottino chiaro in penombra; l’uno grasso e nero, affondato nel divano verde; l’altra esile e bianca nella sua veste tutta a falbalà, in punta in punta e di tre quarti sulla poltrona accanto, con una freccia di sole sulla nuca. Parlavano certo di me, perchè, come mi videro entrare, esclamarono a un tempo:

— Oh, eccolo qua! —

E poichè erano due a vedermi entrare, mi venne la tentazione di voltarmi a cercare l’altro che entrava con me, pur sapendo bene che il “caro Vitangelo„ del mio paterno Quantorzo non solo era anch’esso in