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Pagina:Pitrè - Canti popolari siciliani I, 1891.djvu/145

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STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI 119


certo a contribuirvi le relazioni commerciali de’ nostri porti con quello, che è de’ maggiori emporî del mondo. Ma in venti e più luoghi che si parla o si accenna alla Francia, non uno se ne trova che appartenga a leggende, non uno che possa dirsi ricordo storico. Certo, non diremo scarse le leggende nostre, ma quelle che a torto si ritengono come leggende, e che si vorrebbero quasi una specie delle romanze spagnuole e delle ballate francesi, non nominano mai la Francia, non la riguardano gran fatto. E dev’essere così, perchè in Italia la Cavalleria rimase pallida imitazione di costumi stranieri, ed i francigeni poeti percorrendo i comuni italiani e cantando canzoni provenzali e romanzi cavallereschi, non sempre scotevano i loro uditori; scorgevano anzi sui loro visi uno scettico sogghigno: e se gravi sventure non avessero snidato e fatto esulare di Provenza questi poeti della gaia scienza, che nella penisola, mescolando lagrime e canzoni, trovarono poi benevolenza e commiserazione1, neppure questi fugaci accenni sarebbero rimasti.

Vere reminiscenze sono anche, e molte, quelle di Roma e de’ Papi. La potenza papale nel medio-evo è immensa: il che acquista una speciale importanza in quanto scorgesi ferma nel popolo l’idea che per volgere di tempi non fosse venuta meno la potestà di Roma sulla penisola, massime che in Sicilia, sebbene per

  1. Saggi di Storia, di Critica e di Politica, per Pasquale Villari, nuovamente raccolti e riveduti dall’Autore: Dante e la Letteratura in Italia, pag. 103. Firenze 1868.