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Pagina:Pitrè - Canti popolari siciliani I, 1891.djvu/161

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STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI 135


E questo è poco a quello che si potrebbe ancora dire. Curioso è qualche ricordo de’ personaggi della Bibbia, di Adamo, p. e., pel suo peccato, di Noè per l’arcobaleno, di Mosè, di cui è celebrata una spera (T'ammustrasti a lu specchiu di Musè), di David, di Salomone, come uomo sapientissimo, di S. Giovanni Battista, della Maddalena ecc. Non meno curiosi quelli della favola, come i ricordi di Febo, Apollo, Orfeo, Venere, Cupido fatto giudice d’amore che ascolta e condanna, delle Sirene, delle nove Sorelle (le nove Muse), delle Ninfe, e perfino del fiume Lete, che il popolo più non sa comprendere e che forse qualche volta potrebbe identificarsi con quello del fiume Oreto. Così la mitologia pagana e medievale si confonde colla religione cristiana. Incanti, fatagioni, non mancano; di stregherie e scongiuri, qualcuno. Sette re per ignota mano vengono incantati, dodici incoronati al solo muoversi della donna, tredici coniano moneta in un banco dov’ella è scritta. Genî del bene le Fate, semidee immaginarie o anche ministre degli Dei, trovansi in ogni maravigliosa e sublime azione; ma se di essa la vita è un dramma e la storia un’epopea, la loro esistenza è un mistero, come la loro figura ed il loro carattere. Non così esse ci appariscono ne’ conti tradizionali orali; nei quali insieme a’ maghi, agli stregoni, ad altri esseri soprannaturali, sono i principali agenti, che coi loro attributi, forme, costumi, abitazioni, rapporti cogli uomini costituiscono il maraviglioso.

Naturale è nel canto la predilezione delle allusioni e delle allegorie; i concetti simbolici trapelano in cento