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Pagina:Pitrè - Canti popolari siciliani I, 1891.djvu/162

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136 STUDIO CRITICO SUI CANTI POPOLARI


luoghi, e spesso con tale oscurità che il significato si riduce a un segreto dell’autore del canto, che forse non pensava di farne un enimma1. Tre e nove e i loro multipli sono i numeri che ad ogni muover di passo vedrai venirti dinnanzi. Tre volte vorrebbe lo amante girare il mondo, e tre volte lo gira, per trovare una donna come la siciliana, che trentatrè (composto, per somma e per disposizione naturale di numeri, del tre), trentatrè bellezze tiene al suo comando; in tre parti vuole diviso il cuore, che due soltanto devono avere; tre dottori in Chiesa ne fanno l’anatomia; tre fonti d’amore fioriscono per lei; tre Ninfe calano dal cielo a farle corteggio; tre le rose che pendono da un ramo; tre, le giovani sorelle che dalla maestà s’assomigliano a tre galere del Molo di Palermo; tre le ragazze che offrono al cantore quando tre rose d’amore, quando tre mele odorisissime; tre le penne rubate all’uccello d’amore; e poi tre le parole dette dall’angelo a Gesù Bambino; a tre ore e mezzo della sera catturato, tre anni sta il prigioniero senza un benefico raggio di sole; tre giorni si ferma in Palermo, e vorrebbe fermarvisi tre anni, lo amante regnicolo, pel quale:

Tri cosi nun si ponnu suppurtari:
Amuri, luntananza e gilusia2,

  1. Qui non voglio parlare di quella oscurità che nasce da sconnessioni e da scuciture, risultato de' raffazzonamenti e delle interpolazioni, che col passare da bocca a bocca viene subendo il canto.
  2. Ne’ canti greco-albanesi, per tre volte dichiara la donna di avere in tre notti sognato il suo piccolo Costantino; con tre cavalieri