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Pagina:Pitrè - Canti popolari siciliani I, 1891.djvu/42

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16 CANTI POPOLARI


Non si addice a me, che voglio occuparmi solo della poesia popolare siciliana, il mostrare fino a qual punto si apponga il critico in questi suoi pensamenti. Però lascio ad altri quel che fa parte della quistione generale, e dico solamente di ciò che riguarda la Sicilia.

Ed anzitutto vuolsi qui avvertire che, dopo la lettura del libro citato, le mie ricerche e quelle pure del Salomone-Marino per riuscire a capo del creduto ms. infervorarono così che non pochi giorni furono da noi, senza frutto di sorta, consumati nella Biblioteca Comunale. Il volume del Villabianca, donde Lionardo Vigo desunse le due ottave riportate nella sua prefazione, e riferentisi alla Storia della Baronessa di Carini, non recava nè reca altro, perchè furono le sole che egli, il Villabianca, trovandosi in Partinico, udì una volta dalla bocca d’un cantastorie del giorno. Ed ecco caduta la congettura, anzi la convinzione intorno a un ms., che non esiste, e che forse non esistette mai. Quanto poteva sapersi pertanto era da ricercare nel popolo di Carini, di Cinisi e de’ paesi vicini; e nuove indagini facemmo, non risparmiando cure e sollecitudini, nè per ostacoli arrestandoci. Io stesso, non è ancora passato un anno, mi recai in Carini, ed aiutato da persone amiche, non solo de’ frammenti della leggenda, non mai finora dimenticati, feci ricerca presso le donne più attempate del paese, ma il castello Talamanca-La Grua, dove l’assassinio fu consumato, volli anche visitare. Non senza lunga insistenza seppi qualche nuovo frammento del tutto differente da qualche altro che in Palermo si era giunti a raccapezzare, ed il frutto delle mie