Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/117

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il facchino correva altrettanto presto, ma in direzione quasi opposta, cosicchè grazie a questo sistema, egli finì per scappare con tutti i miei bagagli, dei quali egli prese senza dubbio eccellente cura, sebbene non possa dirlo con precisione, dato che non ricordo di averlo visto mai più.

«Quanto a me, fui così ardentemente inseguito da uno sciame di quegli uomini-parassiti (che erano venuti a terra con dei battelli) che presto venni raggiunto e, legato mani e piedi, trasportato sul mostro, che immediatamente ricominciò a nuotare verso l’alto mare.

«Mi pentii allora amaramente della follia di aver lasciato la mia comoda casa, per mettere a repentaglio la mia vita in simili avventure; ma, il rimpianto essendo inutile, mi adattai alla mia condizione, e cercai di assicurarmi la benevolenza dell’uomo-bestia che possedeva la tromba, e che sembrava esercitare una certa autorità sui suoi compagni. Riuscii così bene in questo tentativo che, in pochi giorni, la creatura mi diede varii segni del suo favore, e alla fine si prese la briga di insegnarmi i rudimenti di quello che egli era abbastanza vanitoso da chiamare il suo linguaggio; cosicchè, dopo qualche tempo, potei conversare con lui speditamente.