Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/143

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non avrebbero potuto fornire — e dal sotto di questi peli si proiettavano lateralmente all’ingiù due zanne lucenti non dissimili da quelle d’un cignale, ma di dimensioni infinitamente maggiori. Da ogni lato della proboscide e parallelamente a questa, si spingeva innanzi un’asta gigantesca, lunga un 30 o 40 piedi, apparentemente di cristallo purissimo, e dalla forma di un prisma perfetto, che rifrangeva colle tinte più sfarzose i raggi del sole al declino. Il tronco era fatto a cuneo, coll’apice verso la terra. Due paia d’ali se ne staccavano, ogni ala lunga quasi un cento yarde, l’un paio d’ali al disopra dell’altro, e tutte fittamente coperte di scaglie metalliche, ognuna del diametro apparente di circa 10 o 12 piedi. Osservai che la coppia d’ali inferiore e la superiore erano collegate da una forte catena. Ma la più spiccata singolarità dell’orribile oggetto, era la raffigurazione di una testa da morto, che copriva quasi tutta la superficie del suo petto, e che era tracciata a contorni spiccatissimi in un bianco abbagliante, sul fondo oscuro del corpo, quasi vi fosse stata disegnata con somma cura da un artista. Mentre guardavo questo animale terrificante, e specialmente l’apparizione sul suo petto, con un senso di terrore e di spavento, e coll’apprensione di una sciagura imminente che nessun