Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/24

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teriore disamina. Fui trascinato in una soffitta, e la signora del chirurgo avendomi fornito di calzoni e mutande, il chirurgo stesso assicurò le mie mani e fasciò le mie mascelle con un fazzoletto da tasca, quindi mise il catenaccio alla porta dal di fuori e se ne andò di gran fretta a pranzo, abbandonandomi al silenzio ed alla meditazione.

Scopersi allora con una immensa gioia che avrei potuto parlare se la mia bocca non fosse stata legata col fazzoletto. Consolandomi di questa riflessione stavo ripetendo mentalmente alcuni passaggi della Onnipresenza della Divinità come è sempre mio costume prima di abbandonarmi al sonno, quando due gatti di natura rapace e vituperosa, entrando da un buco nel muro, balzarono in aria con una capriola alla Catalani, e piombando l’uno di fronte all’altro sul mio viso, si diedero ad una indecorosa contesa, pel meschino obbietto del mio naso.

Ma al modo che la perdita delle orecchie fu il mezzo che elevò Cirò al trono di Persia, e così come Zopiro entrò in possesso di Babilonia per il fatto che gli era stato tagliato il naso, la perdita di alcune oncie del mio viso si rivelò la salvezza del mio corpo. Aizzato dal dolore, e acceso di indignazione, strappai, con un solo sforzo i miei legami ed il bavaglio. Tra-