Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/31

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«Come? come potete?» interruppe l’oggetto della mia animosità, cercando di prender fiato, e strappando, con disperato sforzo, la benda che gli fasciava le mascelle: «come potete, sig. Senzafiato, esser tanto crudele da stringermi il naso a questo modo. Non avete visto come mi avevano imbavagliato? E voi dovete sapere, seppur sapete qualche cosa, di quale vasta superfluità di fiato mi è dato disporre! Se tuttavia non lo sapete, sedetevi, e vedrete.

Nella mia situazione è veramente un gran sollievo di poter infine aprire la bocca, di potermi espandere, di poter comunicare con una persona come voi, che non vi sentite obbligato ad ogni periodo di rompere a un gentiluomo il filo del discorso. Le interruzioni sono seccanti e dovrebbero senza dubbio venir abolite — non vi pare? — non rispondete, vi prego, è meglio parlare una persona alla volta. Io avrò presto finito, e allora potrete incominciare. Come diavolo mai, signore, siete venuto a finire in questo luogo? Non una parola ve ne supplico! Son qui da qualche tempo anch’io — un terribile accidente! — ne avrete udito parlare, suppongo? — spaventosa calamità! passeggiando sotto le vostre finestre — or non è molto — in quel tempo in cui andavate pazzo per la scena — un orri-