Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/48

Da Wikisource.

sta idea colpì subito la mia fantasia. Conoscevo l’abitudine della mia vittima di leggere a letto. Sapevo, anche, che il suo appartamento era angusto e mal ventilato. Ma non val la pena di annoiarvi con dei particolari importuni. Non val la pena di riferire i facili artifici coi quali sostituii, nel doppiere della sua camera da letto, un cero di mia fattura a quello che vi trovai. Il mattino dopo egli veniva trovato morto nel suo letto, e il verdetto del delegato di polizia fu «Morto per visitazione di Dio».

Avendo ereditato le sue proprietà, tutto mi andò bene per anni e anni. L’idea d’essere scoperto non entrò mai una volta nel mio cervello. Avevo fatto scomparire accuratamente i resti della torcia fatale. Non avevo lasciato ombra di traccia per la quale fosse possibile, non dico accusarmi, ma nemmeno sospettarmi del delitto. È impossibile dare un’idea del sentimento di soddisfazione che mi gonfiava il petto quando riflettevo alla mia assoluta sicurezza. Per un lungo periodo di tempo mi compiacqui abitualmente in questo sentimento: esso mi dava delle gioie più reali che non tutti i vantaggi puramente mondani che mi venivano dal mio peccato. Ma giunse infine un’epoca, a partire dalla quale il piacevole sentimento crebbe per gradazioni appena percettibili, sino a diventare un