Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/63

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più da vicino la sua bellezza. Avrei voluto mutare il mio posto con un altro più vicino a lei, ma l’affollamento del teatro me lo impediva; e d’altra pane le rigide leggi della moda avevano recentemente proibito in simile caso, l’uso del binoccolo — fossi stato fortuntato abbastanza da averne uno con me — ; ma così non era, e questo mi metteva alla disperazione.

Infine, pensai di rivolgermi al mio compagno.

«Talbot, dissi. Voi avete un binoccolo, mi pare. Datemelo un momento».

«Un binoccolo! no! cosa volete che faccia di un binoccolo!» e si volse di bel nuovo con impazienza verso il palcoscenico.

«Via, Talbot» seguitai, tirandolo per la spalla, datemi ascolto un momento. Vedete quel palco di proscenio? — quello! — no, l’altro. Avete mai visto una donna così adorabile?

«È bellissima, senza dubbio» rispose.

«Chi potrà mai essere?»

«Come, in nome d’ogni cosa angelica, non sapete dunque chi è? «Non conoscer colei vuol dire essere ignoto».» «È la famosa Madame Lalande, la bellezza alla moda par excellence, e colei che fa parlare di se tutta la città. È immensamente ricca, anche — è vedova, un ottimo partito: è appena arrivata da Parigi».