Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/62

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cosa che mi disilluse un poco, senza che sapessi definire bene di che si trattasse. Ho detto «disilluse» ma questa non è la parola esatta. I miei sentimenti furono nello stesso tempo tranquillati ed esaltati; avendo meno del trasporto e più di un calmo entusiasmo, di un riposo entusiastico. Questo stato d’animo veniva, forse, da un’aria matronale, e quasi di Madonna, del viso; ma tuttavia compresi subito che non poteva provenire soltanto da questo. V’era qualcos’altro qualche mistero che non mi riusciva di definire, una certa espressione della fisonomia che mi disturbava leggermente, pur aumentando a mille doppi il mio interesse. A dir vero, mi trovavo in quel preciso stato d’animo che rende un uomo giovane e sensibile capace di ogni sorta di stravaganze.


Se la dama fosse stata sola, sarei senza dubbio entrato nel palco e l’avrei avvicinata, sfidando ogni rischio; per fortuna era in compagnia di due persone; un signore e una donna estremamente bella e, secondo ogni apparenza, di qualche anno più giovane. Io volgevo nella mente mille progetti che mi potessero valere di essere presentato alla maggiore di queste due dame, o, almeno, pel momento, di contemplare