Pagina:Poesie greche.djvu/60

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Da morte orribile
  T’ho liberato,
  Pure alla croce
  Tu sei serbato.


6. Del medesimo.

Morire debbono
  Tutti gli umani:
  Niun sa se in vita
  Resti domani.
Perciò rallegrati,
  Uomo: il buon vino
  Oblio t’induca
  Del tuo destino.
T’allieti Venere,
  Vivi a giornata;
  A Sorte1 ogni altra
  Cura sia data2.


7. Di Platone.

L’effigie sua volendo rimirare
  A Gnido Citerea n’andò per mare,
  E disse, quella in tutto contemplata: —
  Prassitel dove ignuda m’ha mirata?


8. Del medesimo.

Tutto il tempo invola: in uno
  Cangia indocile l’età


  1. Tyche o Fortuna, Dea.
  2. Idem in Euripide Alc. 798.