Pagina:Poesie greche.djvu/67

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25. Di Capitone.

Beltà senza le grazie
  Ben è ver che riesca
  Gradita, ma par simile
  Ad un amo senza esca.

26. Di Meleagro.

Dolce s'allegra questa tazza: dice
  Che la garrula bocca ella ha toccato
  Dell'amabil Zenofila. Felice!
  Oh, se il suo labbro al mio ella attaccato,
  Ora volesse a me per cortesia
  Tutta quivi succhiar l'anima mia.

27. A Venere d'ignoto.

Se salvi in pelago
  Chi s'è smarrito,
  Tu in terra salvami
  D'amor perito.

28. Di Callimaco 1.

Saone Acansio di Dicon qui ha sacro
  Sonno: non dir ch'abbiano morte i giusti.

29. Del medesimo.

D. Timon giacchè sei morto il tenebrore
  T'è più grave o la luce? 2 R. Odio il primiero,
  Chè d'uomini v'ha qui turba maggiore.

  1. Di Cirene, che fiorì sotto Tolomeo Filadelfo.
  2. La luce della vita terrestre opposta alle tenebre dell'Orco. Timone misantropo si duole di trovarsi in questo con troppi uomini.