Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/31

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     Trarli di qui!
                                    Pietosa a lor d’intorno
     Volea la folla schiudersi allo scampo
     Del perigliante vate. ― Uso alla fuga
     Non son, disse Aldiger; se travïommi
     385Nell’impeto dell’estro il buon desìo,
     Tal non è colpa che celarmi io debba,
     E molta ho fè nel retto cor del sire.
          Sebbene irremovibil dal suo loco,
     Pur mesto era Aldiger, tardi mirando
     390Assai sciagure sovrastanti, e prima
     L’accelerato d’Ugonel supplizio,
     E rimordeagli coscienza. — Io reo,
     Secretamente a sè dicea, d’audace
     Orgoglio fui; me ne punisce Iddio!
          395Dopo il virgineo insiem sonante accordo,
     Palma Ottone degnò batter con palma,
     E sorridendo già sorgea, bramoso
     Di portar lunge da cotanti sguardi
     Alfin l’arcana impazïenza. Il passo
     400Rafaella avanzò, novo tintinno
     Assumendo sull’arpa, ed il cortese
     Imperador si rifermò nel seggio
     Brevi credendo reverenti augurii
     Dalla ispirata udir vergine illustre.