Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/44

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     Più doloroso e a dementar più adatto
     Chi molto amando irreprensibil visse!
          — Un Giuda voglio! Il dèmone ruggìa
     60Giù dall’alpe scagliandosi e correndo
     Pe’ teutonici boschi, e visitando
     Con infernal, veloce accorgimento
     Città e castella.
                                    Iva ei cercando l’uomo,
     In cui scernesse il dolce volto, e i dolci
     65Atti, e l’irrequïeto occhio geloso
     Del venditor di Cristo; e non volgare
     Mente si fosse, ma gentil, ma calda
     Di lodevoli brame, ed inscia quasi
     Di sè si pervertisse, e vaneggiasse
     70D’amor per tutte le virtù, e seguirle
     Tutte paresse, e infedel fosse a tutte.
          Tale, od un vero giusto esser dovea
     Chi affascinasse d’Ebelino il core;
     E Sàtan nol trovava, e con dispregio
     75Maledicea la lealtà nativa
     De’ figli del Trïon, popol rapace
     Nelle battaglie, e in sue pareti onesto.
     Ma quando già il crudel quasi dispera,
     Ecco s’incontra in uomo onde il sembiante
     80Tosto il colpisce; e fra sè dice: — « È desso! »