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214 clemente bondi


24
Lento dunque affrettava il suo viaggia
alla discrezion dei buon ronzino;
e senza guardar mai olmo né faggio,
stava raccolto in sé col capo chino:
or volle il caso che nel suo passaggio
da un campo il vide un satiro vicino,
che un grappol d’uva non maturo ancora
stava spiccando da una vite allora.
25
Visto il garzon, non potè stare a segno,
e gli fe’ dietro motteggiando un ghigno;
e, meditando in cor nuovo disegno,
corse a una siepe il satiro maligno;
indi scomposto con sagace ingegno
di spine unite insiem pungente ordigno,
sotto la coda al somarello il mise;
poi, fatto il colpo, ritirossi e rise.
26
Punta in si viva e delicata parte,
spiccò la bestia si terribil salto,
ch’io non ricordo averne letto in carte,
o visto o udito alcun piú lungo ed alto;
ma pur fortuna, o fosse ingegno ed arte,
Mopso non cesse nel primiero assalto,
e con le mani e con le gambe strette
cosi ben s’aiutò, che in sella stette.
27
Ma, come avesse il povero giumento
i diavoli nel corpo tutti quanti,
non cessa; e pien di smania e di spavento’
volgesi intorno, e non vuol gire avanti.
Alza di dietro, e tira calci al vento,
spessi sparando crepiti sonanti;
e, mettendo la testa fra le gambe,
fa mille scherzi e capriole strambe.