Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/373

Da Wikisource.

336

nendola Un’uomo con la mano, la percuote con l’altra con un martello, sicchè s’ode molto di lontano, e vi stanno delle dette guardie di continuo per far segno in caso di fuoco, perchè non li facendo presta provisione, anderìa a pericolo d’ardere mezza la città; ovvero come è detto in caso di ribellione, che udito il segno tutti i guardiani de7 ponti vicini pigliano l’armi, e corrono dove è il bisogno 621. 11 Gran Can dopo che ebbe ridotta a sua obbedienza tutta la provincia di Mangi, qual’era un regno solo, lo volse dividere in nove parti, costituendo sopra ciascuna un re r>22, li quali vi vanno a star per governare, e amministrare giustizia alli popoli. Ogn’anno rendono conto alli fattori d’esso Gran Can di tutte l’entrate, e di ciascun’altra cosa pertinente al suo regno, e si cambiali’ ogni tre anni, come fanno tutti gli altri uffiziali. In questa città di Quinsai tiene la sua corte, e fa residenza un di questi nove re, qual domina più di cento e quaranta città tutte ricche e grandi. Ne alcuno si maravigli, perchè nella provincia di Mangi, vi sono ¡200 città, tutte abitate da gran moltitudine di genti ricche e industriose. In ciascuna delle quali secondo la grandezza e bisogno tiene la custodia il Gran Can, perchè in alcune vi saranno mille uomini, in altre diecimila, ovvero ventimila tì23, secondo ch’egli giudicherà, che quella città sia più o manco potente. Nè pensate, che tutti siati Tartari, ma della provincia del Catajo, perchè li Tartari sono uomini a cavallo, e non stanno se non appresso le città, che non siano in luoghi umidi, ma nelle situate in luoghi sodi, e secchi dove possino esercitarsi a cavallo. In queste città di luoghi umidi, vi manda Cataini, e di quelli di Mangi, che siano uomini armigeri, perchè di tutti li suoi sudditi ogn’anno ne fa eleggere quelli che pajono atti alie armi, e scriver nel suo esercito, che tutti si chiamano eserciti,, e gli uomini, che si cavano della provincia di Mangi, non si 621. Ovè il bisogno. Tutte le leggi di buon governo qui rammentate sono ammirabili e sembra che Quinsai nel secolo XIII. fosse tanto bene regolata quanto Londra oggidì, altravolta Parigi. Infatti nelle città, ove è gran corruttela fa d uopo parare al male innanzi che il corpo politico cancrenato non cada in isfacello. 622. Un re. Questo passo schiarisce pienamente ciò che altrove affermammo, che il Polo nei stati dependenti dal Tartaro quando parla di regi, intende vicerè. 625. Ovvero ventimila. Intorno a questo strabocchevole numero di soldati vedasi (t I. p. 142. n.)