Pagina:Protocollo della repubblica romana.djvu/35

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vincia d’Italia, non venga determinata che da pericoli che sovrastino all’indipendenza di Lei.

Nondimeno le dichiarazioni ripetute nell’Assemblea Francese intorno alle esigenze di alcuni fra i potentati cattolici, la pretesa opportunità di garantire il libero esercizio dell’autorià spirituale del Pontefice con temporale governo, gli accordi che si affermarono stabiliti fra gli stessi potentati nella grave questione, la susseguente occupazione francese, inducono in questi popoli l’amaro sospetto che si tenti imporre loro quel governo universalmente riprovato dall’esperienza, come ostacolo a nazionalità e ad incivilimento; il governo clericale, E sembrerebbe anzi che in questo secolo di civiltà e di politiche rivoluzioni la Diplomazia credesse pure possibile di formare col fatto, di un popolo di tre milioni d’uomini, un popolo di vassalli, sbandito dal diritto comune delle genti, e quasi fendo soggetto alla volontà e agl’interessi delle potenze cattoliche.

Per le quali cose il Consiglio Municipale di Bologna facendosi interprete dei bisogni sentiti dai cittadini, mentre da nn lato protesta contro la violenza e contro P abuso della forza, dall’altro intende solennemente fin da ora dichiarato che una ristorazione clericale impedirebbe qui, come altrove nello Stato, il mantenimento di uno stabile ordine e della pubblica tranquillità. L’istoria e la naturale ragione hanno dimostrato, anche ai meno veggenti, la Teocrazia essere ornai divenuta governo inconciliabile colla libertà de’ governati, collo sviluppo pacifico e progressivo delle moderne istituzioni politiche e civili, e colla nazionale indipendenza.

Coscienza di cittadini ci chiama a questa franca dichiarazione. All’onore e alla lealtà della Repubblica Francese la difesa degli eterni principi!.

Votato in Seduta del Consiglio Municipale il I. di Maggio 1849.

Il Consiglio Municipale A. Zanolini Senatore.

R. Aldini Conservatore.