Pagina:Protocollo della repubblica romana.djvu/47

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Dichiarata legale la seduta a termini dell art. 90. del decreto 31 Gennajo pros.pas. e perchè d’urgenza, la Magistratura ha fatto leggere ad intelligibile voce tanto copia di Circolare del Romano Triumvirato del li 24 spirante mese, quanto lettera di questo Governatore supplente delli 28. detto, l’una, e l’altra riferibile alla presentazione recente nelle acque di Civitavecchia dell’Avanguardia di una Divisione Francese, senza preventiva comunicazione alla Nostra Repubblica.

Quali però siano le intenzioni della Divisione predetta è un mistero; ma essendosi in qualche avvertenza che tale spedizione straniera provenga dal ritenere ch’essa fa, che il Nostro Stato sia oppresso dalla più grave anarchia, e che il Regime attuale Repubblicano non sia l’espressione vera del voto unanime Popolare; fa duopo che si convinca del contrario, ed occorre che i Comunali Consigli concordemente manifestino, siccome voce, e rappresentanti del Popolo, essere la proclamata Repubblica non istituzione, non pensiero di pochi, bensì volontà, e desiderio di tutti: volontà, desiderio intimo, d’intimo convincimento di migliori leggi, di miglior avvenire.

L’uomo nasce sempre a perfezionarsi. E perchè l’Ente creatore empiva il Mondo di maraviglie, e dava all’uomo ad un tempo la scienza d’investigarle, di conoscerle, di venerarle? Ei non lo volle ammiratore stupido del creato per lui, noi volle schiavo contemplatore della sua potenza. Molto meno lo destinava a piegare il collo per secoli alle stranezze, al capriccio, alle disposizioni d’altr’uomo. Natura tende sempre al meglio, a quella felicità più possibile che è sperabile in questa terra, e tale felicità non potrà sperarsi giammai, quando le leggi de’ Potenti non si adattino prudentemente all’educazione delle umane generazioni.

Per più di tre secoli questa Provincia ha provato la debolezza, l’incoerenza, l’inosservabilità delle leggi del Pontificio Governo. Cittadini adunati, v’ha forse alcuno di Noi che non si sia lagnato della mollezza di delle leggi nell’assicurare le vite, e le altrui proprietà contro gl’impuni perversi? Che non le abbia accusate di pusillanimi, indifferenti nel reprimere il libertinaggio, il vagabondaggio, il debosciamento di tanti, che l’opera giornaliera consumano di continuo nelle taverne, senza recare un obolo alla questuatile propria famiglia?.. V’ha fra di Noi chi non abbia chieste, o sentito chiedere riforme di leggi nel politico, nel civile, e nel criminale: che non le abbia imprecate, maledet-