Pagina:Proverbi, tradizioni e anneddoti delle valli ladine orientali.djvu/9

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vicini e non scambiano con nissuno le loro idee, il clero ossia la chiesa come parte più colta non durò fatica ad esercitare la massima influenza su d’una popolazione ignorante e superstiziosa, di modo che con meno riguardo e tolleranza che altrove1 vi potè far sparire quasi interamente ogni traccia della coltura pagana importata. Ed è solo così che si spiega, come le intuizioni mitiche, di cui troviamo ancora qualche traccia presso i Ladini, rare volte oltrepassano la sfera della superstizione e delle usanze. — Una rimembranza delle divinità antiche di Luna, Marte, Mercurio, Giove e Venere esiste ancora nella denominazione dei giorni settimanali: Lùneš, Mérteš, Mércoi, Jèbia, Vendres; è anche notevole l’esclamazione, che si sente spesso tuttora: per Diana! Tuttavia sarebbe cosa forse troppo arrischiata il voler pretendere, che queste divinità a cagione della continuazione de’ loro nomi venissero anche venerate come Esseri supremi nella valle Ladina, quantunque niente ci provi il contrario. In ogni caso i Ladini devono esser grati al clero d’aver fatto loro in questo punto la medesima grazia, che toccò in sorte anche ai Germani 2. Questi ultimi si mostrarono benigni verso i Ladini tramandando loro il potente Wuotan, che questi chiamano al giorno d’oggi Báo, parola, che corrisponde al Wauwau nell’Austria inferiore e superiore; mentre però il Wuotan germanico viene rappresentato qual forza „tuttopenetrante, creatrice e formatrice“3, il Báo de’ Ladini è privo di queste belle qualità, apparisce nel vero senso della parola qual dio del Furore (ted. Wut) sotto l’aspetto di uomo gigantesco vestito di nero afferrando colle dita terminanti in artigli i ragazzi ostinati per traversar con essi le regioni aeree e trascinarli seco all’inferno; è dunque in senso generale quel dio, che dà la caccia agli uomini4, è il condottiere dell’esercito furioso e nella caccia sfrenata 5. Fu osservato, che vecchie



  1. cfr. Deutsche Mythologie von Jakob Grimm, 2. Ausgabe, XXXI; Göttingen, Dietrichsche Buchhandlung, 1844.
  2. cfr. Donnerstag.
  3. Grimm, Mythologie I, p. 121.
  4. cfr. Die Götterwelt der deutschen und nordischen Völker, I. p. 108; eine Darstellung v. Wilhelm Mannhardt; Berlin, Schindler 1860.
  5. cfr. Landsteiner, Reste des Heidenglaubens... p. 21.