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Camera dei Deputati — 17 — Senato della Repubblica


ix legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti



di tutti i più deteriori aspetti della moralità e del civismo, la nostra posizione in caso di ascesa al potere dei clerico-comunisti, i rapporti con lo Stato italiano». Inviando il verbale della riunione agli iscritti che ad essa non avevano potuto prendere parte, Licio Gelli così si esprime: «Come potrai osservare, la filosofia è stata messa al bando ma abbiamo ritenuto, come riteniamo, di dover affrontare solo argomenti solidi e concreti che nteressano la vita nazionale»; ed aggiungeva: «Molti hanno chiesto — e non ci è stato possibile dar loro nessuna risposta perché non ne avevamo — come dovremmo comportarci se un mattino, al risveglio, trovassimo i clerico-comunisti che si fossero impadroniti del potere: se chiuderci dentro una passiva acquiescenza, oppure assumere determinate posizioni ed in base a quali piani di emergenza".

Un’altra circostanza di estremo interesse al fine di valutare il clima politico della Loggia P2 in questa sua prima fase organizzativa, e la natura dell’attività attraverso essa condotta da Licio Gelli, è la testimonianza di una riunione tenuta presso il domicilio aretino del Gelli (villa Wanda) nel 1973. Partecipano a tale riunione il generale Palumbo, comandante la divisione carabinieri Pastrengo di Milano, il suo aiutante colonnello Calabrese, il generale Picchiotti, comandante la divisione carabinieri di Roma, il generale Bittoni, comandante la brigata carabinieri di Firenze, l’allora colonnello Musumeci, il dottor Carmelo Spagnuolo, procuratore generale presso la corte d’Appello di Roma. Licio Gelli si rivolse agli astanti affermando che la situazione politica era molto incerta; esortandoli a tenere presente che la massoneria, anche di altri Stati, è contro qualsiasi dittatura di destra e di sinistra e che la Loggia P2 doveva appoggiare in qualsiasi circostanza un governo di centro, il Venerabile invitava infine i presenti ad operare a tal fine con i mezzi a loro disposizione e pertanto a ripetere il discorso ai comandanti di brigata e di legione alle loro dipendenze. In questo contesto di discorsi fu altresì ventilata l’ipotesi di un governo presieduto da Carmelo Spagnuolo, sulla quale, come sull’intero episodio, ci si soffermerà più diffusamente in seguito. Altra riunione della quale è di un certo interesse, ai nostri fini, fare menzione è quella tenuta il 29 dicembre 1972, presso l’Hotel Baglioni di Firenze, dallo stato maggiore della Loggia P2. Dal verbale agli atti della Commissione, si evidenzia un’intensa attività organizzativa e di solidarietà, la previsione di una articolazione in «gruppi di lavoro atti a seguire situazioni e problemi attinenti alle varie discipline di interessi», la proposta dell’invio «ad alcuni Fratelli di una lettera in cui si chiede di voler fornire quelle notizie di cui possano venire a conoscenza e la cui diffusione ritengano possa tornare utile... le notizie raccolte, previo esame di un non precisato "comitato di esperti" dovrebbero essere poi passate all’Agenzia di Stampa O.P.». Tale ultima proposta non venne accettata per la decisa opposizione del generale Rosseti, uscito poi dalla Loggia P2 in aperta polemica con Licio Gelli. I dati proposti all’attenzione ed i documenti relativi consentono alla Commissione di delineare in termini sufficientemente definiti