Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/187

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Oltre le grandi accademie, nelle quali si fa a giorni ed ore determinate la scuola del disegno, sonovi pure accademie private, le quali provvedono modelli, ed a cui si può aver accesso pagando una modica retribuzione. Il più famoso di questi provveditori di modelli, è Nicola della via Claudiana, il quale una abilità particolare nel rinvenirli, e nel disporli in modo da soddisfare i desideri e le richieste degli artisti.

Una sala di modelli offre uno spettacolo propriamente nuovo e singolare; non l’avevo vista mai nemmeno dipinta, ed il vederla in natura, mi persuase che potrebbe dare argomento ad un bel quadro di genere. In una sala deserta, il modello, sia uomo sia donna, sta mezzo nudo, immobile come una statua, sovra una specie di piedestallo. Seggono intorno a questo, disposti in anfiteatro i disegnatori, in numero talvolta di un centinaio, appartenenti a tutte le nazioni, Francesi, Inglesi, Tedeschi, Americani, Polacchi, Russi, Danesi, Belgi, Italiani. Ognuno ha un piccolo tavolo, ed una piccola lampada. Ognuno copia il modello ora seduto, ora in piedi, di fronte, a tergo, di fianco; gli uni lo disegnano col lapis, gli altri col gesso, gli altri all’acquarello, taluni addiritura da principianti, altri mediocrementa, taluni eccellentemente. Gli uni lo disegnano tal quale si è gli altri lo abbelliscono, e quella specie di statua assume diversi caratteri, quale uno scritto in un’officina di copisti. Ricorda questa sala una stamperia, dove ogni compositore, seduto colla sua lampada, getta a capo inclinato il suo sguardo alternativamente sul manoscritto, e sulla composizione. Nel vedere i movimenti simultanei di tutti quei disegnatori silenziosi, collo sguardo continuamente rivolto al modello, che sorge sul suo piedestallo immobile, quasi un idolo, mentre da una parte non è possibile astenersi dal sorridere, si prova dall’altra un sentimento di compassione per quella povera creatura, bersagliata da continui ed incessanti sguardi, condannata ad un supplicio di nuovo genere, il supplicio di farsi vedere, e di lasciarsi disegnare.