Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/188

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Sono già due ore che la vittima si trova nella stessa posizione; la sua fisonomia è accesa, l’occhio infuocato, tutti i suoi lineamenti, la respirazione affannosa accennano la stanchezza. Che cosa mai penserà quella statua vivente? Probabilmente a nulla. Di quando in quando spunta sulla sua bocca un sorriso, e si scorge che chiude convulsa le labbra, per non prorompere in uno scoppio, il quale manderebbe tutto ad un tratto in rovina tutta la sua fatica nel conservare la posizione assegnatale. Forse trova ridicola sè stessa; forse le paiono imbecilli e ridicoli tutti quei disegnatori; forse fu la fisonomia di uno di quei tanti scarabocchiatori biondi di capelli, la quale parve ridicola alla giovane romana, e che eccitò la sua ilarità.

Il proprietario di quella sala, si fa un onore di dare nel carnovale una festa da ballo a suoi modelli, alla quale intervengono questi in costume, ed a cui sono invitati gli artisti, i loro conoscenti, e per la quale possono ottenere biglietti, anche gli stranieri.

Per avere una idea dei balli nazionali dei Romani, per vederli eseguiti in tutta la loro varietà, in tutta la loro grazia, fa d’uopo assistere ad uno dì questi balli dati ai modelli. Lo spettacolo è reso più seducente ancora dalla varietà dei costumi. Primeggiano fra questi quelli della campagna di Roma, e sono i migliori quelli di Albano, e quello così ricco di Nettunno. Anche la musica, composta di mandolini e di tamborini, ha carattere del tutto nazionale. Anche nel mese di ottobre, si può vedere la gioventù romana eseguire nelle osterie e nei campi le sue danze nazionali, imperocchè all’epoca delle vendemmie accorrono alle feste di Roma, e particolarmente alla porta Angelica, numerose schiere di ragazze, e di giovanotti; e le si possano vedere suonare il tamburino, e ballare ai piedi di Monte Mario, sulle strade, o nelle osterie. Talvolta alla sera queste ragazze rientrano in città, cantando, e quando le si vedono percorrere le strade, talune con un tirso ornato di fiori, altre con fiaccole, cantando vivaci ed