Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/190

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balli di teatro, non potrebbe a meno di prendere viva parte alla mimica, animata e vivace, di uno di questi balli veramente popolari. La musica adatta dei mandolini e dei tamburini, colle loro voci alquante stridule, la varietà dei costumi e dei colori, l’oro, il rosso, il verde; le belle e giovanili forme dei ballerini e delle ballerine, la distinzione e la nobiltà di quei profili romani, producono un effetto stupendo, e spesso l’intrecciarsi di tutte quelle figure, il loro volteggiare, mutare di posizione, comparire, scomparire, ricomparire, sempre con grazia, vivacità, disinvoltura, danno l’idea di una scultura fantastica in rilievo.

Vi si ballano varie specie di danze, tanto nazionali che straniere. Il ballo nazionale, prettamente romano, si è il saltarello, il quale è ballato da una coppia sola di ballerini. Desso non si svolge in grande linee; consiste piuttosto in piccoli movimenti molto rapidi, particolarmente della parte superiore del corpo. Possiede una grande vivacità mimica, ha qualcosa delle baccanti, meno grazia però di un ballo saltato, e che si svolge in linee circolari. Le ragazze ballano pure la polka, oramai estesa a tutto il mondo, e si provano pure nel waltzer strisciato, senza raggiungere però l’eccellenza dei Tedeschi, i quali si muovono in linee orizzontali, mentre in Italia, secondo l’indole della loro danza nazionale, lo si salta. Il ballo tedesco è piuttosto una danza comune a due persone, mentre il ballo italiano consite piuttosto nella esibizione della bellezza delle forme corporali, in una danza di due persone l’una di fronte all’altra, ed è quindi più drammatico.

Mentre le belle e giovani romane se ne stanno ballando, e facendo pompa delle loro grazie, ci recheremo frettolosi a vedere innalzare la girandola, cosicchè tutte le svariate figure che abbiamo visto, e che ebbero principio colla danza dei morti, abbiano, siccome si conviene, termine con un fuoco di artificio.

Una volta la girandola si lanciava dal Mausoleo di Adriano nel giorno in cui s’illuminava S. Pietro; ora invece la si