Pagina:Rime (Andreini).djvu/254

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     Tre volte, e quattro con le molli bende;
     Poi la casta verbena, e ’l maschio incenso
     Accendi; e ’n bassa voce
     Dirai. così s’accenda
     Quel cor, ch’è per noi fatto un freddo gielo.
     Torni il mio Tirsi al primo nostro amore.
In varie, e strane forme
     Ben possono gli incanti
     Cangiar gli huomini, e ponno
     Fermar de’ fiumi il corso,
     Trar dal bosco le fiere,
     Gli angui dai fior, fuori del centro l’ombre,
     E la Luna dal Cielo.
     Torni il mio Tirsi al primo nostro amore.
Quel cor fatto di cera ò Clori prendi,
     Ed affigivi dentro,
     Questi aghi, e queste spine;
     E dì. sì punga il core
     Di lui strale d’Amore.
     Getta nel foco il crepitante alloro,
     E misto con quel core il farro, e ’l sale,
     Dona à le sacre fiamme,
     Acciòch’egli per me non men si strugga,
     Che la cera nel foco; e mal suo grado
     Mi segua, e ’n me sospiri;
     E più mi brami, che bramar non suole
     Vago augellin dopo la pioggia il Sole.
     Di tre veli diversi i nodi stringi,
     E tre volte dirai.
     Così stringer poss’io
     Tutti i pensier di quello,
     Che tutti i miei pensier chiude nel seno.
     Torni il mio Tirsi al primo nostro amore.


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