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La marcia di garibaldi da roma a s. marino 19

di Narni per ritardare lo sbocco degli spagnoli e dei francesi, se per avventura tentassero di penetrare nella conca di Terni.

La linea di marcia che seguiva Garibaldi il giorno 7, si trovava a meno di una tappa dalle posizioni degli uni e degli altri nemici. Vacone era il punto ove il pericolo era massimo, perchè quivi fanno capo le strade provenienti da Rieti per Contigliano e Cattenello ad est e da Civita Castellana per Magliano e Calvi ad ovest. Superata quella località, il pericolo poteva considerarsi cessato, perchè i fianchi venivano coperti dalla asprezza delle montagne laterali e la vicinanza di Forbes permetteva un aiuto valido e numeroso. Accelerò quanto meglio potè Garibaldi la marcia dei suoi, ma mentre egli percorrendo con i dragoni, che appositamente aveva collocati in testa, si portata ad occupare Vacone, la fanteria sfinita dal caldo e dalla mancanza d’acqua si disseminava lungo la strada come una processione sterminata.

Garibaldi spedì ufficiali a riconoscere verso Rieti e verso Civita Castellana, raccolse gli sbandati e finalmente a sera riuscì stabilire il bivacco a 4 chilometri a Nord di Vacone, dove la strada incomincia a discendere verso Terni.

Fortunatamente i nemici sembravano ignorare la presenza del loro avversario che faceva quel giorno una disastrosa marcia di 27 chilometri. La retroguardia fu collocata a Vacone, composta dalla gente più fidata, e vi si stabilì anche il cannone, tanto pareva importante quel luogo; pattuglie furono mandate ad imboscarsi nelle strade di Rieti e di Città Ducale.

Garibaldi percorse minutamente i dintorni ed i fianchi specialmente della posizione di Configni; spingendosi sino a Monte Cosce (1124 metri) e solo al tramonto ritornò al campo. Quivi lo raggiunse un messo del Forbes, annunziante la comparsa di austriaci a Spoleto provenienti da Foligno; ed uno del Müller dicendo i francesi immobili a Civita Castellana.

Non solo la situazione era enormemente migliorata, malgrado il nuovo pericolo disegnantesi a Nord, ma anzi strategicamente parlando si può dire diventata favorevolissima a Garibaldi. Egli si trovava, con le forze del Forbes, ad avere disponibili 4500 uomini, fra cui 900 cavalli, con le quali truppe era