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18 rivista di cavalleria

la valle del Turano, donde ritornò a metà della giornata, riferendo che a Rocca Sinibalda aveva passata la notte un corpo di spagnoli, diretto a Rieti. Contemporaneamente giungeva a Garibaldi un messo del Müller annunziante che i francesi, fatti accorti del vero esser suo si dirigevano ora a Civita Castellana, ove egli contava di precederli per sorvegliare il ponte di Borghetto sul Tevere.

La colonna italiana, stava dunque per essere stretta come in una morsa, dai francesi ad ovest e dagli spagnoli ad Est. Garibaldi compreso della sua difficile posizione, che pur conveniva celare alla truppa, avrebbe voluto accelerare la marcia, ma pur troppo le condizioni fisiche e soprattutto anche quelle morali dei sui soldati più non rispondevano ai suoi desiderii.

«Mi accorsi ben presto, scrive egli con amarezza nelle sue memorie autobiografiche, che non c’era voglia di continuare nella gloriosa e magnifica impresa che la sorte porgeva a noi. Mosso da Tivoli verso tramontana per gettarmi tra popolazioni energiche e suscitarvi il patriottismo, non solo non fu possibile riunire un sol uomo, ma ogni notte, come se avessero bisogno delle tenebre per coprire l’atto vergognoso disertavano coloro che mi avevano seguito da Roma.»

Contribuì anche a trattenere Garibaldi il giorno 6 a Poggio Mirteto, la scarsezza del pane e la necessità di completare la salmeria, per abbandonare definitivamente il carreggio che troppo impacciava le mosse. Al cader della notte una coorte fu mandata al quadrivio di Colonna la Memoria e sotto quella sola protezione la truppa riposò tranquilla.

Alle 2 ant. del 7 luglio Garibaldi si pose in marcia. La solita pattuglia estrema era seguita questa volta a breve distanza da tutta la cavalleria; a due chilometri da essa veniva la fanteria con una coorte di avanguardia; la salmeria stava in coda seguita da una compagnia con 10 cavalli.

A Cantalupo il Generale che marciava all’estrema punta, spingendo scorridori sui fianchi, incontrò un messo del Forbes che annunziava aver occupata la gola di Piediluco e la stretta