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la zecca di bologna 89
come di sopra, et scranno a numero 261 1/3. Valeranno L. 0. 2. 6
Li quattrini tratti di Cecca teneranno di fino onza una den. 4. Seranno a numero soldi 98 in 99 la libbra. „1.


        Un ordine del 19 luglio 1540 del Cardinal Legato di chiusura della zecca, come delle altre dello stato pontificio2, dovette non aver luogo o essere revocato poco dopo perchè troviamo che l’officina, allo scadere del contratto precedente, veniva ceduta per un quinquennio ad Alessandro Raibolini alias Francia, nipote del grande pittore, il 22 marzo 15423. Una conferma della pratica difficoltà dell’incisione dei coni l’abbiamo nel fatto di trovare che a quest’ufficio fu nominato Antonio Balzani detto Gavardino4 e morto questi, nel 1545, il figlio Francesco che in tale arte era eccellente, come avverte il partito di nomina5: e ciò sebbene il Raibolini fosse orefice valente, come ce lo ricordano le notizie del tempo. Anche questi tenne per poco tempo l’officina e il contratto, ignoriamo per qual ragione, fu rotto: prese il suo posto, pure per un quinquennio, Cornelio Malvasia, di nobile famiglia bolognese6. Questo incominciò con far battere cento pesi di quattrini: e poco dopo dovette aggiungere ad ogni libbra d’argento " quantum est medietas illius monete bon. valoris soldorum decem quae vulgo Paulo nuncupatur, quae quidem additio facit pro qualibet Paulo denariorum unum et etiam minus7. „


  1. V. doc. XI.
  2. Istrumenti e scritture.
  3. Partiti, 18, c. 194, v.
  4. Partiti, 19, c. 6, r.
  5. id. id. c. 57, r.
  6. id. id. c. 34, V. 43, r. ecc. Riportiamo in appendice (doc. XII) una relazione di quel tempo che è interessante per conoscere le ragioni che militavano in favore della lega bolognese e che fu stesa probabilmente per scongiurare un pericolo di mutamento.
  7. Partiti, 1.° aprile 1547, 19, c. 126, v.