Pagina:Saggio di rime di diversi buoni autori, Firenze, Ronchi, 1825.djvu/209

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  Io non vo’ che tu sappia e fatti miei:

  Va cerca tua ventura, io son in tenuta.
BECO   Tu vai caiendo ancor, ch’ella te puta.
MECHERINO E che me puoi tu far?
BECO   Tu lo vedrai:
  Io son veduto al Podestà, però.
PODESTÀ   Io per me nol saprei giudicar mai.
  L’anello hagliel tu dato?
MECHERINO   Messer nò.
PODESTÀ   O Beco, aspetta, che tu te n’andrai
  Forse contento.
MECHERINO   A mentre ch’io ce strò,
  Io so che si potrà devincolare,
  Un tratto il mio no glie vo’io lagare.
BECO E’ m’è venuto il più bello appipito
  Di darti, te so dire, un rugiolone.
MECHERINO   Fa conto, ch’io mi srei tagliato il dito,
  Tu vai caiendo d’andarne al cassone.
PODESTÀ   Fate ch’un zitto non si sia sentito;
  Ch’io intendo cavarvi di quistione.
  Conosci tu questa Catrina, Nanni?