Pagina:Salgari - La capitana del Yucatan.djvu/7

Da Wikisource.

Manovre misteriose 5

Un riso argentino fu la risposta.

Colui che si chiamava il signor Viscayno si levò il largo cappello alla foggia messicana, fece un inchino, poi sparve fra l’oscurità.

La voce della Capitana, una voce limpida, metallica, risoluta, tuonò:

— Tagliate i cavi!...

— Un momento, donna Dolores – disse Cordoba.

— Cos’hai amico?...

— Non avete udito come il brontolìo d’una piccola macchina a vapore?

— Dove?...

— Verso l’uscita della piccola baia.

— Qualche battello a vapore?...

— Una scialuppa forse.

— Che quella del console americano abbia abbandonato l’ancoraggio?... – chiese la Capitana, con un leggero tono di inquietudine.

— Hum!... Che odor di tradimento! – mormorò Cordoba.

— Tu sei un lupo di mare e se hai fiutato qualche cosa, vuol dire che al largo tutto non è tranquillo.

— Quando sono venuto al vostro palazzo, ho veduto un uomo fermo sull’angolo della via.

— Ti spiava forse?...

— Ora ne sono quasi convinto.

— E non l’hai seguito?...

— Mi era sembrato un tranquillo suonatore di chitarra.

— Cosa mi consigli di fare, Cordoba?

— Andare a vedere se la scialuppa del console americano si trova ancora ormeggiata.

— Andiamo: i minuti sono preziosi. Ehi, mastro Colon!

Un uomo di statura quasi gigantesca, di forme erculee, con una lunga barba già brizzolata e che si trovava fermo a due passi dalla murata di poppa, accanto alla ruota del timone, entro una specie di torretta d’acciaio che doveva difendere quel punto importante, si fece, innanzi, dicendo:

— La Capitana desidera?...

— Che nessuno si muova da bordo e che le macchine rimangano sotto pressione. La nostra assenza sarà breve.

— Sta bene Capitana, nessuno si muoverà!

— Andiamo, donna Dolores – disse Cordoba.

Colui, che abbiamo udito a chiamare la «capitana» ed il suo compagno, lasciarono la nave, la quale si trovava ormeggiata sotto la piccola gettata e scesero a terra. L’oscurità era sempre profonda, essendo la notte umidissima, nebbiosa. I pochi fanali che rischiaravano la gettata si scorgevano appena e la loro luce rimaneva come soffocata fra quell’atmosfera satura d’acqua.